La sede

Il Progetto

Il recupero dell'edificio di Villa Ombrosa,

quattro piani per una superficie complessiva di circa 800 metri quadrati, ha previsto il restauro del fabbricato e l’ampliamento del piano terra di circa 150 mq con la realizzazione di una sala conferenze. Sulla copertura della nuova sala è stato alloggiato un giardino pensile, posto all’altezza delle finestre del primo piano, che si affaccia sul parco circostante nel quale spicca il verde di sei imponenti sequoie secolari.

L’intervento ha comportato una spesa di oltre due milioni di euro, di cui circa un milione stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (oggi Fondazione di Modena) e un milione erogato dal Comune di Modena. Un primo finanziamento della Provincia di Modena ha consentito lo svolgimento delle attività preliminari legate alle indagini strutturali. Nel bilancio comunale è stato previsto un finanziamento per il 2008 di 100 mila euro, utilizzati per gli approfondimenti progettuali, mentre per il 2009 è stato approvato lo stanziamento di ulteriori 700 mila euro destinati al primo stralcio dei lavori, partiti negli ultimi mesi del 2010. 

L'intervento di recupero dell'edificio,

curato dalla società Iti Impresa Generale Spa con sede a Modena, è stato avviato a novembre 2017 ed è terminato in anticipo sui tempi previsti. I lavori del valore di oltre un milione di euro, hanno riguardato impianti, pavimentazioni, coperture, intonaci e infissi e sono stati eseguiti nel rispetto degli elementi architettonici e decorativi caratteristici della villa appartenuta nel ‘700 all’erudito modenese Ludovico Antonio Muratori e dal 1978 di proprietà del Comune.

Cornici, marcapiani e attacco a terra bugnato sono stati riutilizzati in modo omogeneo nelle varie parti del nuovo complesso, uniformando la struttura originaria, le aggiunte novecentesche e l’ampliamento necessario per la nuova destinazione d’uso. Per rispondere alle necessità della futura Casa delle donne, infatti, l’edificio, già soggetto negli anni scorsi a un primo stralcio di lavori prevalentemente strutturali – di consolidamento e adeguamento sismico – con la nuova progettazione ha previsto un ampliamento a nord, del solo piano terra, con una sala riunioni di 100 metri quadrati accessibile anche a struttura chiusa, l’ingresso principale, i servizi igienici, uno spazio deposito e raccolta attrezzature.

 

La nuova ala è stata realizzata con un linguaggio architettonico omogeneo all'edificio storico,

in modo rispettoso e non impattante, e accostata al corpo principale sull’area di sedime degli ambienti non originari già aggiunti nel passato.

Senza togliere importanza alla facciata storica più nobile del lato est, dove è stato ricomposto lo scalone originario di discesa nel parco, il nuovo ingresso sul fronte nord dal viale alberato, raggiungibile da via Vaciglio, è stato realizzato recuperando lo stesso motivo, con l’inserimento del portone in nicchia per consentire la sosta protetta all’entrata e la collocazione al coperto di campanelli e targhe informative. Attorno alla villa non sono previste recinzioni per cui l’accesso al parco rimarrà possibile anche dalla stessa via Vaciglio.
Sono state inserite inferriate nei primi due piani della villa e uniformati i sistemi di chiusura precedenti (in parte scuri e in parte tapparelle) prevedendo ovunque un sistema di scuri interni, più facilmente gestibili anche in presenza di inferriate e più adatti alla gestione quotidiana in una palazzina a uffici. Le finestre sono state dotate inoltre di veneziane frangisole integrate nel vetro.


È stato previsto, infine, un livellamento dell’area cortiliva tale da eliminare la differenza di quota con il piano terra, ribassato di circa 30 centimetri, e non rendere necessarie rampe di collegamento all’ingresso e problemi di barriere architettoniche e di ristagno d’acqua.